lunedì 26 aprile 2021

Il lavoro del Pedagogista nella Disfasia.



Se mi seguite, avrete potuto notare che le nelle mie sessioni tento sempre di aggiungere delle strategie di apprendimento da una percettiva ludica. Oggi vi parlerò del gioco "BrainBox", questo gioco è stato prodotto in Inghilterra da TGO Ltd, è un gioco a quiz dove bisogna memorizzare delle schede per poi rispondere alle domande sul retro della scheda (ci sono diverse tipologie di schede per argomento, cinema, storia, animali...). Come vedete, il gioco così come è, è utile per il potenziamento dell'espressione orale e del ragionamento, ma può arricchirsi ancora con l'immaginazione!

Vi racconto quindi una mia variante personale, prima di tutto, bisogna tenere conto dell'età mentale e cronologica del nostro paziente per poter adattare al meglio il gioco alle sue caratteristiche, così come scegliere argomenti del suo gradimento, nel mio caso, ho scelto arte e letteratura, la scheda di Mary Poppins, tenendo conto delle caratteristiche cognitive della piccola, ho scelto l'informazione più adatta alle sue competenze e ho modificato un pò le domande sui personaggi e i dettagli delle immagini. 

Si gioca!! 

Prima parte del gioco: 

1. Il bambino/a dovrà osservare con dettaglio le immagini che compongono la scheda, facendo speciale attenzione ai piccoli dettagli come i colori, animali che ci sono, caratteristiche fisiche delle persone... 

2. Il terapista dovrà assicurarsi che il bambino/a conosca tutti gli elementi che compongono la scheda, così come sapere a cosa servono o chi è il personaggio, in caso contrario, il terapista dovrà fornire degli indizi al paziente, se questo ultimo non ce la fa a riconoscere tutti gli elementi allora il terapista dovrà aiutarlo dicendogli i nomi e spiegandoli a cosa serve ogni cosa o chi è ogni personaggio. 

3. Una volta che il paziente abbia avuto il tempo necessario per l'osservazione e memorizzazione della scheda, si comincia il gioco girando la scheda e facendo le domande al bambino. 

Seconda parte del gioco: 

1. Con la stessa scheda, ho creato un audio-racconto della storia di Mary Poppins sempre adattandolo alle caratteristiche cognitive della mia piccola paziente, la durata del racconto deve essere lunga quanto basta, cioè sempre studiando le caratteristiche dei nostri piccoli, il mio ha una durata di 8 minuti, quanto basta per la stimolazione della memoria visiva e auditiva.   

2. Utilizzando le imagini scelte da me per il mio audio-racconto, ho posto delle domande che portino alla bambina ad argomentare con tutti i componenti grammaticali nella costruzione della frase, nel mio caso, facendo enfasi negli articoli, aggettivi, femminile e maschile, plurale e singolare... 

La durata di questa attività può variare a seconda del bambino, bisogna rispettare i tempi di ogni bambino, così come essere pronti a dare del materiale compensativo per facilitargli il lavoro. 

Buon lavoro colleghi!! 💞💞💞💞

sabato 20 febbraio 2021

Aiutare i figli giocando, per il potenziamento cognitivo

 





Cosa sono le funzioni cognitive?

Si intende per funzioni cognitive l’insieme di processi di pensiero, la loro organizzazione logica, così come il processamento di tutta l’informazione che viene assimilata. Alcuni di questi processi sono la capacità di risolvere problemi, capacità di comprensione, orientamento, capacità deduttive, di linguaggio, memoria e attenzione.




Perché è importante il potenziamento cognitivo?

Il potenziamento cognitivo contribuisce all’apprendimento giacche’ va a lavorare direttamente sulle capacità citate sopra. Quindi, si aiuta il bambino/a ad ampliare il vocabolario, il pensiero critico, la creatività così come l’autostima. Questo tipo d’intervento può avere un effetto preventivo se si applica sin dall’età prescolare, e anche un effetto terapeutico molto importante in caso di DSA e BES, per esempio nel caso di ADHD o DOP, il gioco è molto importante per la regolazione del comportamento.




Il ruolo del genitore nel potenziamento cognitivo

Io personalmente consiglio sempre ai genitori dei miei bimbi di giocare con i propri figli a dei giochi che possano stimolare loro e aiutarli nel percorso terapeutico.




Dove trovare questi tipi di giochi?

non serve acquistare dei giochi fatti specificatamente per la terapia pedagogica, si possono acquistare dei giochi normalissimi che si adattino facilmente al nostro scopo, un esempio li troviamo nei giochi di Lük di Creativamente https://www.creativamente.eu/attributo/marchio/luk-2/ . Questo negozio ha a disposizione tanti brand con diversi tipi di giochi per tipologia, per esempio giochi che stimolano la concentrazione e l’attenzione. Nel mercato potete trovare anche giochi che stimolino l’orientamento e la psicomotricità Per il ritardo del linguaggio ci sono dei giochi in cui si devono associare parole con immagini, altri dove si devono creare delle storie attraverso immagini e parole. Per la discalculia, personalmente utilizzo i giochi della Orchard Toys, dove troverete un’amplia scelta per il potenziamento logico-matematico.




Per un consiglio più specifico contattami, sarò felice di aiutarti 😊

martedì 10 novembre 2020

Mappe mentali o concettuali?




Differenze fra mappa concettuale e mappa mentale.

§  Mappa concettuale: si costruisce con più di un concetto strutturandosi in modo gerarchico iniziando dai concetti più ampi ai più specifici, tutto ciò deve essere collegato con connettivi. Le mappe concettuali possono essere molto lunghe in base a ciò che si deva studiare, cioè gli argomenti trattati.

§  Mappa mentale: parte solo da un concetto mettendo insieme i punti più importanti di un tema e indicando in modo più semplice le connessioni tra un concetto e l’altro.

Nelle due modalità si possono utilizzare immagini che possano facilitare la memorizzazione degli argomenti, fondamentale nel secondo metodo di apprendimento.

 

 

Perché non cominciare subito con le mappe concettuali?

·     Le persone con disturbo dell’attenzione hanno periodi di disattenzione nell’arco della giornata, questo comporta difficoltà nella comprensione del testo, perciò è difficile che la persona si concentri sia nella lettura che scrivendo e costruendo mappe concettuali, quindi, cominciare direttamente con delle mappe concettuali, potrebbe essere un errore giacché il discente potrebbe scoraggiarsi ai primi tentativi.

·     Le mappe concettuali richiedono un tempo prolungato di apprendimento del metodo, cioè, lo studente dovrebbe prima sforzarsi di più nel leggere con attenzione, comprendere il testo, sottolineare frasi riassuntive e imparare a relazionarle con il concetto principale e quelli secondari. Questo comporta uno sforzo a livello cognitivo abbastanza impegnativo. Le mappe concettuali rappresentano una metodologia di lavoro che si dovrebbe imparare gradualmente, quindi il miglior modo per imparare a fare le mappe concettuali è cominciare per le mappe mentali. 

Caratteristiche delle mappe mentali come strategia cognitiva.

Le mappe mentali sono strategie cognitive giacché aiutano alla comprensione del testo, alla codificazione e al ricordo dell’informazione. Inoltre, aiutano nell’assimilazione di nuove informazioni connesse alle conoscenze previe, allo stesso modo, inevitabilmente portano ad una organizzazione dell’informazione dovendo mettere insieme l’idea personale che ha il discente sull’argomento e così ristrutturare il nuovo schema mentale con ulteriori informazioni.

In più, le mappe mentali promuovono l’apprendimento significativo e la funzione metacognitiva. L’apprendimento significativo perché è fondamentale la comprensione del testo, individuare quali sono le parole chiave selezionando le informazioni più rilevanti per poi poter organizzare in modo chiaro e pulito la propria mappa, portando questo ad un percorso di apprendere ad apprendere. Riguardo alle funzioni metacognitive, l’alunno potrà rendersi conto delle proprie capacità di analisi, di riflessione, organizzazione e di apprendimento. Questo ultimo, diventa importante nel momento dell’autovalutazione dell’alluno. Con l’aiuto del terapista, docente e genitori, potrà valutare il proprio percorso potendo individuare delle strategie per migliorare in un ambito piuttosto che in un altro, ponendosi così degli obiettivi da raggiungere, ecco qua che lo stesso alunno si assumerà delle responsabilità nel proprio lavoro essendone partecipe diretto e attivo del proprio apprendimento.

 

Come imparare a fare mappe mentali.

Come già indicato, questa tecnica, richiede un percorso di apprendimento che varia a seconda dell’età evolutiva della persona. Se parliamo di alunni di prima e seconda elementare, la mappa mentale sarà molto arricchita con delle immagini e diversi colori, che richiamino l’attenzione e servano come strategia mnemonica facilitando il ricordo attraverso le immagini e i colori. In questi due gradi scolastici, il docente, tutor o terapista guiderà al 100% l’elaborazione e la spiegazione della mappa, questo non vuol dire che l’alunno apprenderà passivamente, al contrario, il professionista dovrà essere in grado di tirar fuori il ragionamento critico del discente attraverso le domante giuste che creino riflessione sulle conoscenze previe dell’argomento e le capacità di associazione dei concetti, tutto ciò aiuta il discente ad iniare un percorso di apprendimento autoregolato ed autonomo . A partire dalla terza elementare si utilizzeranno le parole chiave che il bambino con autonomia ha estratto dal testo, così come le immagini da inserire nella propria mappa, servendo all’alluno come autovalutazione dei propri apprendimenti. Le mappe, possono elaborarsi a mano, ma in casi di comorbilità come può essere la disgrafia o la disortografia, il bambino o adolescente può valersi di software specifici per costruire la propria mappa.  

Per ultimo, sia le mappe concettuali che le mentali, possono aiutare molto l’alunno con disturbo dell’attenzione, ma non esiste una ricetta valida in assoluto, quindi, è fondamentale studiare e osservare lo stile di apprendimento del singolo alunno. A seconda dello stile di apprendimento potrà essere necessario integrare le mappe mentali con altri metodi, sempre considerando lo stile di apprendimento dell’alunno.

 

Bibliografia

Antonio Medina Rivilla; Mº Concepción Domínguez Garrido. 2015. Didattica Generale. Editorial Universitas, S.A. Madrid.

Elisabeth Moreno Rodriguez (2008). Le mappe mentali come strategia per favorire la comprensione della lettura in bambini con ADHD. Ajusco.